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Archive for the ‘nuotare sottacqua’ Category

Il vero problema

17 luglio 2006 6 commenti

"Decisi di giocare a football, di fumare, di iscrivermi all’università, di perdere tempo in tutte quelle sciocchezze che non avevano nulla a che vedere con il vero problema della vita: trovare il giusto equilibrio, nel racconto, fra descrizione e dialogo".

(F.S. Fitzgerald, Crepuscolo di uno scrittore)

Personaggi

"Comincia con una persona e scopri che hai creato un tipo. Comincia con un tipo e scopri che non hai creato niente."

(F.S.Fitzgerald, In his own time)

Stile e furti

"Un buono stile, semplicemente non si forma, a meno che tu non assimili una mezza dozzina di grandissimi autori ogni anno.  Oppure si forma ma, anziché essere un amalgama inconscio di tutto ciò che hai ammirato, è soltanto il riflesso dell’ultimo autore che hai letto, un gergo giornalistico annacquato."

(F.S. Fitzgerald, a Frances Scott Fitzgerald, Lettere)
(vedere anche questa)

Stile e furti

18 giugno 2006 1 commento

"Con stile intendo il colore… Voglio poter fare ogni cosa con le parole: disporre di descrizioni sferzanti e appassionate come Wells, usare il paradosso con la lucidità di Samuel Butler, l’ampiezza di vedute di Bernard Shaw, l’arguzia di Oscar Wilde; voglio dipingere i cieli vasti e soffocanti di Conrad, i tramonti d’oro laminato e i cieli screziati di Kipling, così come le albe e i crepuscoli pastello di Chesterton. Tutto ciò a mo’ di esempio. Di fatto, sono un professionista del furto letterario, sensibili agli strumenti migliori di ogni scrittore della mia generazione".

(F.S. Fitzgerald, In his own time)

Forme esordienti

11 giugno 2006 2 commenti

"Il libro non ha una forma precisa: nei primi romanzi  la cosa è ammissibile; dev’essere persino incoraggiata, forse, poiché la mancanza di schemi fornisce al giovane romanziere una buona carta per affermare la propria personalità., E questa è la cosa più importante."

(F.S. Fitzgerald, In his own time)

Scene

"Quando collochi una scena in un libro, lo spazio che essa dovrebbe occupare non è proporzionale alla sua importanza: quello della misura è un problema artistico del tutto particolare. […] Potrei citarti un sacco di libri in cui l’episodio principale, intorno al quale è imperniata l’intera vicenda, è finito e compiuto in quattro o cinque frasi".

(F.S. Fitzgerald, a John Peale Bishop, Lettere)

Ingredienti

5 giugno 2006 3 commenti

"La cura per un’ambientazione brillante, un intreccio vigoroso, personaggi vividi, cambi di ritmo e brio si devono vedere tutti, nel progetto.  Trascura solo un paio di questi elementi e il tuo romanzo sarà più debole; trascurane tre o quattro e sarà come gestire un grande magazzino in cui metà dei banchi sono chiusi".

(F.S Fitzgerald, a John P. Bishop, Lettere)

Il tema

1 giugno 2006 2 commenti

"Intendevo dire che, se i grandi temi non mi conquistano, be’, ciò significa semplicemente che non sono tagliato per essere grande. Questo sforzo consapevole per trovare la grandezza al di fuori, per supplire alla forza della percezione con l’importanza dell’argomento, per ceare un autentico magnum opus… Tutto questo insomma è l’opposto delle mie aspirazioni letterarie".

(F.S. Fitzgerald, His own time)

Racconti

31 Maggio 2006 1 commento

"I racconti si scrivono meglio in una o tre botte, secondo la lunghezza. Il racconto da tre botte dovrebbe essere steso in tre giorni consecutivi, poi un giorno per rivederlo, ed eccolo pronto. […] Nel complesso i racconti che si trascinano, o che sono terribilmente  difficili (intendo una difficoltà dovuta a povertà di concezione e a una conseguente costruzione difettosa), non scorrono mai bene alla lettura".

(F.S. Fitzgerald, 1940, Lettere)

False partenze

"Aprendo quel cestino della carta straccia rilegato in pelle che frivolamente chiamo ‘il mio taccuino’, tiro su a caso un pezzetto triangolare di carta da pacco, recante da un verso un francobollo annullato. Sull’altro è scritto: Boopsie Dee era un bel tipo.
Ci sono centinaia di questi pensieri […].
Questi ghiribizzi non richiedevano alcuna fatica, erano chimere da fumatore d’oppio, che svanivano insieme al fumo della pipa, sapete cosa intendo dire. Il solo piacere di pensarci era come trasformarle in qualcosa di reale. Sono le sei, le dieci, le trenta pagine a costituire per me le preoccupazioni del mestiere, come pozzi di petrolio che non rendono niente. Sono loro le mie false partenze".

(F.S. Fitzgerald, Crepuscolo di uno scrittore)