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Archive for the ‘sogni’ Category

Sogni d’oro

19 Maggio 2006 6 commenti

Se io fossi un altro mi comprerei questa macchina qui.

Categorie:sogni

Canoni onirici

Bel chiasmo, no?
Qualche notte fa ho fatto il seguente sogno: ricordandomi di un post scritto più o meno un anno fa, nel quale mi chiedevo, con un certo sconcerto (mi si perdoni la rima interna) come mai Benedetto Croce abbia perso molto del suo tempo a stroncare – inserendoli pur tuttavia nella sua monumentale Letteratura della Nuova Italia – delle autentiche nullità (come se oggi D’Orrico sprecasse il suo prezioso tempo a stroncare Faletti… ): Vincenzo Padula, A.G. Barrilli, S. Farini, Bernardino Zendrini, Giacomo Zanella et al., dicevo, memore di questo post, nel sogno ho ritenuto opportuno andare a chiederglielo direttamente a lui, a Croce, il motivo di tutto ciò (il motivo era, secondo me, che Croce aveva il problema di fissare il canone letterario distinguendo fra poesia e non-poesia e per far questo aveva  bisogno anche di Padula e Zanella).

Perciò sono andato a casa sua (a Roma?) e gliel’ho chiesto.
Il Maestro stava disteso su un’ottomana, in un salotto molto luminoso. Era molto sofferente per quella che mi pareva una gastrite terrificante.
“Maestro”, gli ho chiesto, “per quale motivo lei perdeva il suo tempo con quelle nullità? Non le poteva semplicemente trascurare?”
Croce mi ha guardato. Il suo ventre si andava gonfiando a dismisura, come se stesse aspirando aria da ogni possibile orifizio del suo devastato corpo senile, il volto si andava allargando, facendosi sempre più paonazzo e poi cianotico, le gote si gonfiavano rilevando il fitto reticolo di capillari devastati dallo sforzo, ho tenmuto che da un momento all’altro potesse esplodere, come la rana della favola.

In tutto questo, Croce ha trovato la forza di esalare la sua risposta: “mio caro: gli scrittori questi erano”.
A questo punto mi sono svegliato.

Spleen mattutino

16 dicembre 2005 3 commenti

Stamattina la luna piena brillava proprio davanti al balcone della cucina. Una cosa insolita.
Il termometro segnava 2 gradi. C’era un leggero vento da nord: lo vedevo dal fumo della canna fumaria del panettiere. Avrei trovato il ghiaccio sui vetri della macchina. Ho preparato una bottiglia d’acqua tiepida, ho fatto colazione e sono andato a lavarmi.
Ho pensato a un sogno che avevo fatto. Avevo un avambraccio enorme, come gonfio. Lo notavo per la prima volta. Ero salito sull’ambone, in una chiesa che non riconoscevo, per leggere la seconda lettura. San Paolo, credo. Tornato al posto mi sono seduto e da lì ho potuto rivedere la scena: sull’ambone c’ero di nuovo io, con questo strano avambraccio grasso.  La cosa mi incuriosiva: che strano, non me n’ero mai reso conto, dicevo. Ma davero sono fatto così? Davvero bizzarro.

Categorie:sogni, testi

Psicoanalista-blogger cercasi

1 dicembre 2005 11 commenti

… Per consulenza ovviamente gratuita, nello spirito della Grande Rete. (Temo che la consulenza filosofica in questo caso si di poco aiuto)

San Foca (LE)Bene. Questa notte ho fatto il seguente sogno.
A distanza di qualche anno (due? tre?) la televisione manda in onda un filmato girato da non si sa chi, che documenta una catastrofe naturale che costò la vita a decine di bagnanti, travolti dalla frana di un tratto di costa di natura come argillosa. La frana determinò una specie di tsunami che cambiò i connotati a quel piccolo paradiso (che a giudicare da certi ricordi localizzarei in Puglia, dalle parti di San Foca, ritratta nella foto), dove ho passato le vacanze più di quindici anni fa.
Nel filmato si vede benissimo, anche se da molto lontano, la frana, i massi che piombano sul mare e l’ondata che tutto travolge.

Pochi giorni dopo, non so chi mi mostra che esiste un altro filmato della tragedia. E’ "depositato" in una sorta di televisione satellitare interattiva. Dopo aver armeggiato un po’ con uno speciale decoder, impostati i valori del canale e cercato il file (come se fosse un sito internet, in realtà), parte il filmato, girato da una delle vittime, non da lontano, come il precedente, ma dal di dentro.
In soggettiva vediamo l’avanzare dell’autore della ripresa e dei suoi amici, all’interno di un sentiero stretto, dalle alte pareti di roccia friabile, così alte che il sole non arriva a illuminarlo; in terra è sabbioso. Si sente come un fragore sordo, la ripresa si fa traballante, poi non si vede più niente.
Io dico: beh, era meglio la ripresa vista alla RAI.
Sì, dice la persona che mi ha mostrato il vide, ma la cosa strana è che per due anni nessuno ha mai mostrato queste immagini, come se ci fosse la volontà di tenerle segrete.
E’ vero, ho concordato.
Poi mi sono svegliato.

Categorie:discorsi, sogni