Posticipo
A sorpresa una nuova poesia informatica
Nun ciò Sky
E manco Mediaset
(quella mai)
tremando sulla sedia
Me tocca da seguì
La Gazzetta sul piccì.
Paul Gascoigne
Paul Gascoigne era un genio. Lo pensavo pure quando giocava nella Lazio, la squadra nemica, per me romanista. A quei tempi pensavo: ma perché non lo abbiamo comprato noi? Questo qui è un genio.
Paul Gascoigne è un alcolista all’ultimo stadio e un drogato, più o meno come Maradona, ma mentre Maradona, almeno per ora, ce l’ha fatta, lui sembra irrimediabilmente perduto.
Paul Gascoigne è un uomo onesto perché sinceramente ammette: so che devo smettere, ma non so se ce la farò.
Paul Gascoigne ha una moglie che manda un figlio di dodici anni alla televisione a dire: vorrei che Paul Gascoigne non fosse mio padre, so che morirà presto e speriamo che presto sia prima possibile.
Paul Gascoigne picchia duro i fotografi all’uscita dei pub, e ogni tanto Paul Gascoigne va in galera.
Paul Gascoigne passa la notte di Natale chiuso in una stanza d’albergo, da solo, ubriaco, ce l’ha a morte con la moglie e piange per quello che ha detto il figlio (che, per inciso, lui sa che è la verità).
Paul Gascoigne entra ed esce dalle cliniche e gioca come un pazzo con Nintendo Wii.
Io sto con Paul Gascoigne.