In memoria

Si chiamava
Moammed Sceab

Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria

Amò la Francia
e mutò nome

Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè

E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono

[…]

Giuseppe Ungaretti, da Il porto sepolto, 1910

Categorie:citazioni, no comment
  1. 21 luglio 2005 alle 11:45

    L’ho proposto quest’anno ai miei alunni. Anzi, confesso, io avrei voluto quest’anno sorvolare, ma loro me l’hanno richiesto.
    E quando una proposta di siffatto tipo proviene dai banchi, “obbedisci”.

  2. bsq
    21 luglio 2005 alle 11:59

    e ne avete discusso? e in che classe? (che età, voglio dire).
    ciao,
    ezio

  3. 21 luglio 2005 alle 18:29

    Una quinta liceale, scientifico.
    Diciottenni curiosi. Ne abbiamo discusso, slittando dal piano prettamente letterario a quello storico e politico.
    Un gruppo dei miei ormai ex alunni si può definire “storicista” , non concepiscono il testo letterario fuori dalla storia. Hanno ragione, ma a volte io storco il muso. Ci sono le ragioni estetiche.
    Ciao

  4. 23 luglio 2005 alle 16:51

    Splendida rappresentazione di una realtà che oggi tocchiamo con mano

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